Delicta iuris gentium

Raphael Lemkin

Monday, November 1, 2010

Chi sono gli Armeni?

Ma prima probabilmente qualcuno si sta anche domandando: Chi sono gli Armeni? e dov’è l’Armenia?

Quindi cominciamo a parlare dell’Armenia, di quella antichissima terra, lontana, dove si trovava il giardino dell’Eden, terra biblica citata nell’Antico Testamento col nome del “Regno di Urartu”.
I Libri scolastici dicono poco o nulla di questo popolo, del popolo dell’Ararat, il Monte dove si posò l’Arca di Noè dopo il diluvio.
Il popolo della croce” perché è nella croce che il popolo armeno si è identificato, così come ricordava Giovanni Paolo II durante l'udienza del 14 settembre del 2000 ai pellegrini del Patriarcato Armeno Cattolico:
Il popolo armeno conosce bene la Croce: la porta incisa nel suo cuore. E’ il simbolo della sua identità, delle tragedie della sua storia e della gloria della sua rinascita dopo ogni evento avverso”.
In questa frase c’è tutta la storia del popolo armeno. Una storia di fedeltà al messaggio evangelico fino al sacrificio. In quella frase c’è tutta la sofferenza del popolo armeno, un popolo con una secolare e gloriosa esistenza, così attaccato alle proprie radici alla propria identità che ha dovuto subire guerre, invasioni, genocidi, ha dovuto lasciare le sue terre, i suoi averi, ha dovuto abbandonare le sue case e le sue chiese, ha attraversato deserti e tempeste, ed è stato sparso in tutto il mondo assaggiando l’amarezza della crudeltà ed appezzando spesso l’amicizia e l’ospitalità di altre popolazioni
Riassumere la storia millenaria degli armeni non è facile, quindi ci limiteremo ad analizzare alcuni aspetti importanti che hanno cambiato in qualche modo il corso della loro storia.
Dov’ è l’Armenia? L’Armenia (in armeno detta anche HAYASTAN che deriva da Hayk che secondo la tradizione è nipote di Noe, eroe progenitore degli armeni), è un paese montuoso con una superficie di 29.800 km2 geograficamente situato nella regione rocciosa del Caucaso circondato da 4 paesi, dalla Georgia a nord, dall’Azerbaigian a est, dall’Iran a sud e dalla Turchia a ovest. Purtroppo non possiede uno sbocco sul mare.
La capitale è Yerevan anticamente chiamata Erepuni, città trimillenaria fondata nel 782 a.C. che si trova a circa 1000 metri d’altitudine, dominata dal Monte Ararat alto 5165 metri. La lingua è l’Armeno, lingua indoeuropea. La moneta è il Dram. La bandiera tricolore è formata dal rosso, blu e arancione
La Religione è il Cristianesimo, con la divisione in ortodossi che sono la maggioranza, cattolici e protestanti.
L’Armenia sin dal 1936 faceva parte delle 16 repubbliche federali della ex Unione sovietica, e nel settembre del 1991 dopo il crollo di quest’ultima dichiarò la propria indipendenza e divenne Repubblica d’Armenia. L’ordinamento politico è retto da un’Assemblea Nazionale ed il capo dello Stato viene eletto a suffragio diretto.
Nel 1988 L’Armenia fu colpita da un terremoto che fece più di 25.000 vittime e lasciò mezzo milione di persone senza tetto, con conseguenze devastanti sull’economia del paese.
Nel frattempo il Nagorno-Karabakh, l'enclave cristiana nell'Azerbaijan musulmano, annesso dai Sovietici all’Azerbegian, votò per l'annessione all'Armenia, perché la 'minoranza' armena dell'80% era vittima di repressioni. Ben presto, quando decine di Armeni vennero uccisi, a Sumgait esplose la violenza. Centinaia di migliaia di Azeri e Armeni che si ritrovarono improvvisamente dalla parte sbagliata della frontiera cominciarono a spostarsi.
Quando l'Unione Sovietica barcollò scoppiarono le battaglie tra le milizie armene e azere e altri armeni vennero massacrati a Baku, la capitale dell'Azerbaijan. L'esercito sovietico riuscì a riprendere il controllo di Baku e a restaurare la sua versione dell'ordine. Nel 1993 l'Armenia controllava oltre un quinto dell'Azerbaijan, compresa buona parte del Nagorno-Karabak. Le parti in guerra firmarono il cessate il fuoco nel 1994 e da allora mantengono una difficile tregua.
La campagna militare diede fondo alle risorse della nuova repubblica, ma la Turchia impose un blocco economico chiudendo le sue frontiere con l’Armenia.
Una buona parte del cuore dell'Armenia storica, tra cui anche il Monte Ararat, si trova oggi in Turchia e l’Armenia attuale non è altro che un quinto del territorio abitato storicamente dagli armeni.
Secondo le ultime stime la popolazione armena ammonterebbe a circa 9-10 milioni nel mondo di cui 3.500.000 in Armenia, 2.000.000 – 2.500.000 in Russia e 4.000.000 – 4.500.000 nella diaspora.
Diaspora formatasi specialmente dopo l’orribile genocidio del 1915, definito dalla Sottocommissione dei Diritti Umani dell'ONU nel 1973 “il I genocidio del XX secolo”, perpetrato dall'allora governo turco, dove trovarono la morte più di un milione e mezzo di armeni, deportati e di seguito sterminati con estrema crudeltà nei deserti della Siria, colpevoli forse di non aver rinnegato la propria identità cristiana.
Genocidio il cui riconoscimento, reclamato dagli armeni sopravissuti, in nome dell’umanità, viene ancora oggi, negato fortemente dalla Turchia e spesso ignorato ed evitato dalle altre potenze per paura di ritorsioni da parte di quest’ultima. Su di esso è imposto oramai da tempo un silenzio inspiegabile, che offende l’animo e la dignità umana.
Gli armeni sono uno dei più antichi popoli civilizzati dell’Asia Occidentale, chiamati dagli storici greci ARMENOY, discendenti di popolazioni indoeuropee giunte verso la fine del VII sec a.C.
Nel periodo pre-cristiano si sono succeduti sul territorio dell’Armenia storica varie occupazioni, con una parentesi di indipendenza sotto il Re Tigran il Grande, fondatore dell’Impero Armeno, ricordato da Cicerone come “colui che fece tremare la Repubblica Romana”. (A questo proposito basta fare una passeggiata in Via dei Fori imperiali e notare nelle 4 cartine che rappresentano l’Impero Romano il nome Armenia.)
Nel 66 a.C. L’Armenia divenne un protettorato romano tant’è che nel 66 d.C. il re Armeno Tiridate I intraprese un viaggio a Roma per essere incoronato da Nerone. In quella occasione Nerone dipinse una sala della Domus Aurea tutta d'oro. Inizia forse qui un’amicizia che durerà a lungo e fino ai giorni odierni, tra il popolo armeno e quello Antico-Romano inizialmente e Italiano poi di seguito.
Tralasceremo i particolari della prima epoca, quella pre-cristiana ed i primi secoli del cristianesimo per arrivare direttamente al IV secolo, all’anno 301. Una data importantissima nella quale avvenne la totale conversione dell’Armenia alla religione cristiana, anzi ci fu la proclamazione del cristianesimo come religione di stato. L’Armenia divenne così il primo popolo cristiano della storia, ancor prima che l’Impero Romano giungesse alla tolleranza ufficiale del Cristianesimo, con l’Editto di Milano nel 313 - e prima dell'Editto di Teodosio (del 380), con cui l'Impero riconobbe il Cristianesimo come religione di Stato.
Va ricordato che il 2001 ha segnato i 1700 anni di fedeltà del popolo armeno al messaggio evangelico e questa ricorrenza è stata celebrata solennemente sia dentro che fuori i confini dell'Armenia. Particolare riguardo ha avuto anche la visita in Armenia di Giovanni Paolo II nel settembre del 2001.
Passiamo ai particolari di questa conversione che ha influenzato in maniera decisiva la vita, le azioni e il destino di questo popolo, fino a diventare parte integrante e radice della sua cultura, “perché ciò che distingue gli armeni”, ha scritto un cronista, “non è la loro razza ma la religione. Toglietegliela e gli avrete tolto la carta d’identità.”
Quindi partiamo da questa data, il 301, dal cristianesimo in Armenia, per arrivare fino ai giorni odierni illustrando alcune date significative e decisive della storia degli Armeni.
La tradizione fa risalire il primo annuncio del Vangelo in Armenia, primo regno nella storia ad aver accolto ufficialmente il cristianesimo, agli apostoli Taddeo e Bartolomeo, ma la conversione della corte armena è dovuta all’apostolato di S. Gregorio l’Illuminatore.
L'impero Romano, in quell’epoca, nella sua espansione ad Oriente aveva soggiogato anche la regione dell'Armenia. Il re Armeno Tiridate III aveva appena riconquistato il trono d'Armenia e, conformemente agli usi dell'epoca, volle rendere omaggio alla dea Anahite, che l'aveva aiutato nella difficile impresa.
Con lui offrirono doni tutti i cortigiani tranne uno, Gregorio, un giovane cresciuto a Cesarea di Cappadocia, accolto nella corte del re, che giunto il suo turno, rifiutò, perché era cristiano.
Allora il re lo torturò per 25 giorni e lo fece gettare in un profondo fosso, “Khor Virap” (cella sotterranea), piena di rettili velenosi, il cui solo nome terrorizzava i criminali più recidivi. Il Santo vi sopravvive invece miracolosamente per 13 anni con l’aiuto di una vedova cristiana.
Il sovrano fu colpito da una strana malattia, che nessuno era in grado di curare. Si narra che la sorella del sovrano, Khosrovitoukhd, udì in sogno una voce che le diceva che solo Gregorio sarebbe stato in grado di guarire il fratello. Allora lo fece uscire dalla sua fossa Khor Virap (dopo 13 anni di reclusione) ed egli guarì il re, il quale si convertì al cristianesimo e si fece battezzare con tutta la sua corte dallo stesso Gregorio.
Animati di zelo per Cristo, il Re e l'Apostolo distrussero tutti i templi pagani e stabilirono i siti delle future Chiese.
Gregorio fu consacrato vescovo, come era di uso allora, in Cesarea di Cappadoccia (oggi Kayseri in Turchia) e si stabilì nella capitale del regno di allora Vagharshapat e vi eresse una cattedrale chiamata Etchmiadzin” che significa “Discesa dell’Unigenito”. Etchmiadzin, che si trova, vicino a Yerevan, odierna capitale dell’Armenia, è ancora oggi la sede del Catholicos di tutti gli Armeni, Capo Supremo della Chiesa Armena Apostolica.
Gregorio è considerato il vero organizzatore della chiesa armena, perciò egli è chiamato LUSAVORIC, l’Illuminatore ed il luogo in cui egli trascorse i 13 anni di prigionia (Khor Virap) è divenuto meta di pellegrinaggi.
A S.Gregorio è dedicata anche una bella e famosa chiesa gotica a Napoli - con la famosa via adiacente - che è la Chiesa di S. Gregorio L’armeno.

Robert Attarian, portavoce del Consiglio per la Comunita' Armena di Roma

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