Delicta iuris gentium

Raphael Lemkin

Wednesday, July 21, 2010

Parlamento Europeo: Discussione sul patrimonio culturale in Azerbaigian


Giovedì 16 febbraio 2006 - Strasburg
Urszula Krupa

Signor Presidente, l’odierna discussione sui diritti umani e la democrazia riguarda la salvaguardia del patrimonio culturale del popolo armeno, sul quale grava la minaccia di una totale distruzione. L’Armenia, che ha una popolazione di 4 milioni di persone, è cristiana dal 301 d. C., il che la rende il primo paese cristiano del mondo, fatto comprovato non solo da documenti storici, ma anche dalle migliaia di croci incise nelle pietre tombali, chiamate khatchkar, che sono state distrutte, proprio come sono stati distrutti altri tesori della cultura armena in Azerbaigian, Georgia e Turchia.
I khatchkar, termine che letteralmente contraddistingue croci di pietra aventi un’altezza compresa tra 0,5 e 3,5 metri, erano in basalto. Erano posti su una base cubica e la parte anteriore della stele, recante l’immagine della croce, era disposta in modo da essere rivolta a ovest. Gli armeni ravvisavano nei khatchkar un potere protettivo che li avrebbe salvaguardati dalle catastrofi naturali. Tali strutture, erette per commemorare eventi importanti, fungevano da elementi compositivi nelle costruzioni sacre, ma venivano anche impiegate come steli funerarie, sempre poste ai piedi del defunto.
Di recente è stato distrutto un cimitero a Giulfa, cimitero che risaliva al Medioevo ed era ubicato nella regione controllata dall’Azerbaigian. Lo scandaloso processo di devastazione e distruzione dei monumenti storici armeni è iniziato nel 1998, con l’annientamento di 800 croci di pietra come quelle che ho descritto poc’anzi, e sebbene temporaneamente sospeso dopo le proteste dell’UNESCO, è ripreso nel 2002. E’ probabile peraltro che la deprecabile distruzione del patrimonio culturale armeno stia avvenendo con il beneplacito del governo dell’Azerbaigian, il quale avrebbe inviato unità speciali dell’esercito per distruggere le lapidi recanti le croci armene.
Gli armeni sono perseguitati da secoli, hanno sofferto a causa di guerre, aggressioni e occupazioni, e sono una nazione con un ricco bagaglio di esperienze, sia come nazione che come popolo cristiano. Certo, anche gli azerbaigiani hanno vissuto distruzione e sofferenza, ma va detto con chiarezza che nessun conflitto può giustificare la distruzione del patrimonio culturale, lascito comune di tutta l’umanità.
La cultura è un’espressione di comunicazione tra popoli, di pensieri e azioni condivisi. E’ una conferma dell’umanità ed è un’eredità comune fondamentale per le comunità. Esortiamo dunque al rispetto del nostro lascito comune globale, a prescindere da ogni religione e origine.

Monday, July 12, 2010

Distruzione del patrimonio culturale armeno in Azerbaigian

29 aprile 2010
NTERROGAZIONE SCRITTA di Bart Staes alla Commissione

L’Azerbaigian fa parte dell’UNESCO dal giugno 1992 e, dal 1999, intrattiene un accordo di partenariato e cooperazione anche con l’UE.
A Julfa, nella provincia di Nakhchivan (area di Yernjak), si trova da secoli un cimitero armeno. Sebbene annessa all’Azerbaigian, da secoli questa provincia è abitata da armeni e ospita le loro tombe.
Nel novembre 1998 le autorità azere iniziarono la distruzione del cimitero e l’UNESCO riuscì a frenare questo atto di vandalismo solo in via temporanea. Nel 2005 il cimitero era stato completamente distrutto. Pietre tombali di valore storico sono state fatte a pezzi manualmente e mediante macchinari, e sono state impiegate come materiali edili. All’inizio del mese di marzo 2006 l’intera area è divenuta territorio militare. La riqualificazione di un ex cimitero con migliaia di resti umani dimostra uno scarso valore morale da parte delle autorità azere.
È la Commissione al corrente dell’accaduto? Intende la Commissione, nel quadro dell’accordo di cooperazione, intervenire e chiedere spiegazioni all’Azerbaigian? È la Commissione disposta a sollecitare le autorità azere affinché recuperino tale patrimonio (per esempio riaprendo l’area al pubblico e creando un sito di commemorazione)? Può la Commissione indicare quali provvedimenti possano essere intrapresi e quali iniziative saranno messe in atto affinché simili episodi non si ripetano in futuro?




http://www.europarl.europa.eu/

Friday, July 9, 2010

L'Armenia chiede di espellere l'Azerbaijian dall'UNESCO.

La Commissione per la protezione dei monumenti armeni si è rivolta alla comunità internazionale chiedendo l’invio di truppe in Nakhichevan, Azerbaijan, per preservare i monumenti armeni e garantire la sicurezza degli armeni del nakhichevan che vogliano ritornare nella loro madre patria.
La Com missione ha altresì domandato che sia intrapresa un’indagine nel Nakhichevan, ed a Julfa in particolare, circa il numero dei monumenti storici e culturali.
“noi domandiamo che l’Azerbaijan sia espulso dall’UNESCO e dalle altre organizzazioni internazionali. L’Azerbaijan dovrebbe essere chiamato a rispondere davanti agli organismi internazionali per il fatto che sta organizzando un genocidio culturale”, così si è espresso lo storico Rafael Hambartsumyan, coordinatore della Com missione. (panarmenian)

Distruzione croci armene: Reazioni internazionale

  • I membri del Congresso degli Stati Uniti si sono rivolti al governo dell’Azerbaijan chiedendo la fine delle demolizioni dei secolari katchkar a Giulfa. Secondo quanto riferisce l’ANCA (il comitato nazionale degli armeni d’America), in una dura lettera indirizzata al presidente dell’Azerbaijan, il rappresentante del congresso Adam Schiff ha condannato le azioni azere definendole un’offensiva violazione degli accordi internazionali: “Permettendo, e quindi incoraggiando, questi atti, la repubblica dell’Azerbaijan disonora non solo i morti sepolti al cimitero, ma lo stesso Azerbaijan ed il popolo azero”.
  • La Baronessa Caroline Cox e John Marx hanno presentato una interpellanza scritta alla Camera dei Lords Britannica chiedendo al governo inglese di esaminare con i rappresentanti dell' Unesco la questione della distruzione delle opere d'arti.

http://www.comunitaarmena.it/

Tuesday, July 6, 2010

Testo integrale della risoluzione del Parlamento europeo sul patrimonio culturale in Azerbaigian

Il Parlamento europeo ,
– viste le sue risoluzioni del 9 giugno 2005(1) e del 27 ottobre 2005 sull'Azerbaigian(2)
– vista la sua risoluzione del 19 gennaio 2006 sulla politica europea di prossimità(3) ,
– viste le sue precedenti risoluzioni sul Caucaso meridionale, in particolare quella dell'11 marzo 1999 sull'appoggio al processo di pace nel Caucaso(4) , e la raccomandazione al Consiglio del 26 febbraio 2004 sulla politica dell'UE nei confronti del Caucaso meridionale(5) ,
– vista la decisione presa dal Consiglio il 14 giugno 2004 di includere sia l'Armenia che l'Azerbaigian nella politica europea di vicinato, in particolare allo scopo di promuovere relazioni di buon vicinato, soprattutto attraverso il rispetto delle minoranze,
– visti gli obblighi che incombono all'Azerbaigian e all'Armenia nell'ambito del Consiglio d'Europa, in particolare in forza della Convenzione culturale europea, della Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico (rivista) e della Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali, che i due paesi hanno ratificato e si sono impegnati a rispettare,
– visti la Convenzione dell'Aia del 1954 per la protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato (UNESCO) e il relativo protocollo, anch'esso del 1954, sottoscritti sia dall'Armenia che dall'Azerbaigian, i quali si applicano ai territori occupati,
– vista la dichiarazione dell'UNESCO del 2003 concernente la distruzione intenzionale del patrimonio culturale, con la quale la comunità internazionale riconosce l'importanza della protezione del patrimonio culturale e ribadisce il suo impegno a lottare contro qualsiasi forma di distruzione intenzionale di tale patrimonio, affinché esso possa essere trasmesso alle generazioni future,
– viste la relazione dell'ICOMOS(6) e la relazione interlocutoria sulla libertà di culto e di religione della commissione per i diritti dell'uomo delle Nazioni Unite(7) ,
– visto l'articolo 115, paragrafo 5, del suo regolamento,
A. considerando che, stando a quanto asserito dall'Armenia, nel novembre 1998 e nel dicembre 2002 il cimitero armeno di Giulfa, nella regione di Nakhichevan, sarebbe stato oggetto di campagne di distruzione ad opera delle forze azere; considerando che l'ultima distruzione è avvenuta nel dicembre 2005, come dimostra un recente video girato dalle autorità armene,
B. considerando che vi sono state numerose reazioni a questi eventi da parte della comunità internazionale; che l'Azerbaigian non ha dato risposta alle richieste di informazioni presentate da Abdelfattah Amor, ex relatore speciale delle Nazioni Unite, relativamente agli avvenimenti del novembre 1998 e del dicembre 2002,
C. considerando che sono state formulate gravi accuse nei confronti delle autorità azere, che sarebbero state coinvolte nella distruzione di questi monumenti,
D. sottolineando il carattere eccezionale del cimitero di Giulfa, che accoglieva ancora 6.000 "khatchkar" – croci scolpite in pietra, tipiche dell'arte religiosa armena – che sono testimonianza della varietà etnica e culturale della regione,
E. considerando che la distruzione o profanazione di qualsiasi monumento o oggetto appartenente al patrimonio culturale, religioso o nazionale viola i principi dell'Unione europea,
F. considerando che la distruzione avviene nel contesto del "conflitto congelato" tra l'Armenia e l'Azerbaigian sul territorio dell'Alto Karabakh,
G. considerando che i negoziati sull'Alto Karabakh potrebbero concludersi positivamente in un prossimo futuro e che potrebbe essere trovato un accordo sui principi della soluzione del conflitto, malgrado l'incontro di Rambouillet tra i presidenti di Armenia e Azerbaigian avvenuto il 10 e 11 febbraio 2006, sia risultato improduttivo,
H. ricordando che la politica europea di prossimità mira ad instaurare un partenariato privilegiato con l'Azerbaigian e l'Armenia sulla base di valori comuni, che comprendono il rispetto delle minoranze e del loro patrimonio culturale,
1. condanna fermamente la distruzione del cimitero di Giulfa come pure la distruzione di tutti i siti d'importanza storica in territorio armeno o azero, e condanna qualsiasi azione analoga che miri a distruggere il patrimonio culturale di un popolo;
2. invita il Consiglio e la Commissione a fare chiaramente presente ai governi dell'Armenia e dell'Azerbaigian che devono esplicare ogni possibile sforzo per porre fine alla pratica della pulizia etnica che ha provocato tali distruzioni, e per trovare soluzioni intese a facilitare il ritorno graduale dei profughi e degli sfollati;
3. esige che i governi dell'Azerbaigian e dell'Armenia rispettino i loro impegni internazionali – segnatamente per quanto riguarda il patrimonio culturale – e in particolare quelli derivanti dalla loro adesione al Consiglio d'Europa e dall'integrazione nella politica europea di prossimità;
4. sottolinea che il rispetto dei diritti delle minoranze, compreso il patrimonio storico, religioso e culturale, è una condizione per un autentico ed efficace sviluppo della politica europea di vicinato, che deve condurre anche all'instaurazione di relazioni di buon vicinato tra tutti i paesi interessati;
5. chiede che l'Azerbaigian autorizzi sul suo territorio missioni di studio e di protezione del patrimonio archeologico, in particolare di quello armeno, realizzate ad esempio da esperti operanti nel quadro dell'ICOMOS, e autorizzi anche una delegazione del Parlamento europeo a visitare il sito archeologico di Giulfa;
6. invita i governi dell'Armenia e dell'Azerbaigian a rispettare i loro impegni internazionali, in particolare nel settore della cultura e della salvaguardia del patrimonio culturale, impegni che hanno assunto nell'ambito della loro partecipazione a organizzazioni internazionali come l'UNESCO e il Consiglio d'Europa, e li invita ad adoperarsi a fondo per proteggere il patrimonio archeologico, storico e culturale presente sul loro territorio, onde evitare la distruzione di altri siti in pericolo;
7. invita la Commissione e il Consiglio ad inserire una clausola relativa alla protezione degli inestimabili siti archeologici o storici presenti in questi territori nei piani d'azione attualmente in corso di discussione nel quadro della politica europea di vicinato;
8. invita la Commissione ed il Consiglio a subordinare l'attuazione dei piani d'azione della politica europea di vicinato al rispetto, da parte dell'Azerbaigian e dell'Armenia, di principi universalmente riconosciuti, in particolare dei loro obblighi, in quanto membri del Consiglio d'Europa, in relazione ai diritti umani e delle minoranze; invita la Commissione e il Consiglio ad inserire nei piani d'azione disposizioni specifiche riguardanti la protezione del patrimonio culturale delle minoranze;
9. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, ai parlamenti e ai governi nazionali degli Stati membri, al governo e al Presidente dell'Armenia, al governo e al Presidente dell'Azerbaigian nonché alle Assemblee parlamentari dell'OSCE e del Consiglio d'Europa, al Direttore generale dell'UNESCO e al Segretario generale delle Nazioni Unite.

http://www.comunitaarmena.it/

Distruzione di Giugha:Il Parlamento Europeo condanna l’Azerbaigian 16.02.06

Il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione d’urgenza (con 85 voti a favore e 5 contrari) dedicata specificatamente alla distruzione da parte dell’Azerbaigian delll’eccezionale sito armeno di Djoulfa (in Nakhitcevan).
Questa risoluzione considera che delle : “serie asserzioni chiamano in causa il coinvolgimento delle autorità azere in queste distruzioni” e che “ l’Azerbaigian non è stata capace di fornire spiegazioni [.] al relatore speciale dell’ONU.
Di conseguenza il Parlamento Europeo “condanna fermamente la distruzione del cimitero di Djoulfa” e domanda all’Azerbaigian di autorizzare delle missione dedite alla sorveglianza e la protezione del patrimonio archeologico che si trova sul proprio territorio ed in particolare quello armeno. Chiede inoltre all’Azerbaigian di “permettere ad una delegazione del Parlamento Europeo a visitare il sito archeologico di Djoulfa”.

Sunday, July 4, 2010

Parlamento Europeo: Discussione sul patrimonio culturale in Azerbaigian

Giovedì 16 febbraio 2006 - Strasburgo
Martine Roure

Signor Presidente, la cittadina di Giulfa in Azerbaigian è sede di un importante cimitero armeno unico dal punto di vista architettonico, cimitero che testimonia la storia di una regione in cui, fino al primo quarto del XX secolo, più dell’80 per cento degli abitanti era armeno. Il sito era stato abbandonato all’epoca sovietica e, nel 1998, le autorità locali hanno iniziato a distruggerlo. Allora, l’UNESCO si risentì notevolmente per tale decisione, risentimento che sfociò in una temporanea sospensione dell’intervento dei bulldozer. L’UNESCO è peraltro in contatto con le autorità competenti affinché proteggano tale patrimonio, poiché il danno arrecato al sito cimiteriale è stato molto grave.
Elementi di prova e recenti testimonianze oculari tenderebbero a confermare il sospetto che l’opera di distruzione sia ripresa nel dicembre 2005. Dovremmo dunque esortare quanto prima l’Azerbaigian a permettere che una missione si rechi sul luogo al fine di valutare le misure necessarie, nell’immediato e a medio termine, per preservare il sito, così ricco di storia e, cosa più importante, di ricordi e cultura che costituiscono il patrimonio di un popolo.

Friday, July 2, 2010

La risposta dell'Ambasciatore Armeno Dr. Rouben Shugarian

Il governo armeno ha protestato

Mi permetto di esprimere i miei più sentiti complimenti per l'arti­colo di Flavia Amabile «I soldati dell'Azerbajian stanno distrug­gendo le steli degli antichi cimite­ri». Il governo della Repubblica d'Armenia ha protestato ufficial­mente attraverso le competenti sedi internazionali esprimendo sdegno e sconcerto per questi atti incresciosi. Come ha indica­to Vartan Oskanian, il nostro ministro degli Affari Esteri, nella lettera che ha inviato al direttore generale dell'Unesco: «Quest’ area, situata tra l'Armenia e l'Iran, è stata considerata casa per una grande maggioranza di generazioni di armeni. Il cimite­ro in questione conservava più di diecimila croci di pietra - khachkar, il governo azero ha iniziato la sistematica distruzio­ne di esso fin dal ventesimo secolo, e ha continuato a farlo con forza nel 2002 e nel corso di questi ultimi tre giorni ha conti­nuato questo lavoro con una violenza inaudita - per tentare di cancellare le tracce della presen­za armena in queste terre».
Per questo grave fatto, ultimo di una lunga triste serie, è inter­venuto anche il Parlamento Euro­peo, il Congresso degli Stati Uni­ti, e la Camera dei Lord, che hanno chiesto al governo azero di porre immediatamente fine a questa incresciosa barbarie.
Rouben Shougarian
ambasciatore della Repubblica
d'Armenia in Italia

Thursday, July 1, 2010

La Stampa 30.01.06 - Distruzione dei Khachkar a Giulfa!!!

A seguito dell'articolo sulla distruzione dei Khachkar nel cimitero di Giulfa, pubblicato in data 23.01.06 su "La Stampa" l'Ambasciata della Repubblica Azera ha reagito con una lettera di protesta.

I soldati dell'Azerbaigian e le steli distrutte

Siamo spiacenti che l'articolo «I soldati dell'Azerbaigian stanno distruggendo le steli degli anti­chi cimiteri» pubblicato il 23 gennaio sia stato scritto senza verificare le origini dell'informazione.
L'opinione dei membri filo-ar­meno del Congresso degli Stati Uniti, della Baronessa Caroline Cocs e Jon Marks - famosi perso­naggi promotori degli interessi armeni - sono basate su video che mostrano la demolizione di qualche pietra di misura media da parte di alcune persone scono­sciute. Sulle pietre non ci sono croci e non è visibile l'apparte­nenza di loro ad alcuna nazione. In base a immagini video di questo genere si potrebbe muove­re qualsiasi accusa verso qualun­que persona.
Ambasciata della Repubblica di Azerbaigian in Italia


La replica della giornalista Flavia Amabile autrice dell'articolo

Comprendo la necessità di difender­si da parte dell'ambasciata dell'Azer­baigian. Mi sembra però poco fonda­ta una smentita basata sul fatto che la denuncia venga da «membri filo­-armeni». E da chi, altrimenti? Dai nemici degli armeni dovrebbero esse­re avanzate denunce a livello inter­nazionale? Figurarsi! Quanto alle accuse di falsificare le foto e le notizie, il mio dovere è riferire alla pubblica opinione italiana dell'esi­stenza di documenti che sono al vaglio dell' Unesco e del Parlamento Europeo. Sulla loro autenticità lascio che sia l'ambasciata della Repub­blica d'Armenia a rispondere, [f.a].