Delicta iuris gentium

Raphael Lemkin

Friday, May 28, 2010

William Saroyan

Vorrei vedere qualunque potenza del mondo distruggere questa razza, questa piccola tribù di gente senza importanza, di cui tutte le guerre sono state combattute e perse, le cui istituzioni sono crollate, la cui letteratura non è letta, la cui musica non è ascoltata e le cui preghiere non sono esaudite. Avanti, distruggete l’Armenia. Provate a riuscirci. Inviateli nel deserto, senza pane né acqua. Bruciate le loro case e le loro chiese. Vedrete dopo che loro rideranno, canteranno e pregheranno di nuovo, poiché quando due di loro si incontrano, non importa in quale angolo del mondo, voi vedrete che loro creeranno una nuova Armenia. Anche se scrivo in inglese e sono americano di nascita, io mi considero uno scrittore armeno. Sono fiero dell’onestà, del coraggio, della semplicità e dell’intelligenza del mio popolo.

Queste croci di pietra non esistono più a causa del GENOCIDIO CULTURALE

http://jugha.blogspot.com/

Thursday, May 27, 2010

Genocidio della Cultura Armena compiuto da turchi azerbaigiani

Il cimitero di Vecchia Jugha, una foresta reale piena di croci di pietra scolpite - i khachkar, l'intera eredità culturale armena nella regione di Nakhichevan, una volta regalata alla Repubblica di Azerbaijan da Stalin, è stato completamente distrutto dai turchi di Azerbaijan nel 2005, assieme ad alcune chiese armene costruite nei secoli precendenti da armeni, gli abitanti nativi di Nakhichevan.

This cross-stone doesn't exist anymore, because of CULTURAL GENOCIDE


Nakhijevan


Nakhijevan si trova fra la catena montuosa di Zangezur e il fiume Arax. Ha le confine con la Repubblica d'Armenia e la Repubblica islamica di Iran. Nel 1931 la Turchia ha scambiato qualche territorio con l'Iran e ha acquistato la frontiera commune con Nachijevan. Nakhijevan è un territorio armeno ceduto da Stalin all'Azerbaijan per compiacere Mustafa Kemal, fondatore della Turchia odierna.

Wednesday, May 26, 2010

Khachkar

Un khachkar (significa ''croce di pietra'') è un cippo funerario scolpito che si trova tipicamente in Armenia.
Definizione
L'aspetto più comune è quello di una croce, raramente con un crocifisso, con un piccolo rosone o un disco solare nella parte inferiore. Il resto è di solito riempito con disegni di foglie, grappoli d'uva o disegni astratti. A volte è sormontata da un cornicione con personaggi biblici o figure di santi.
Scopo
La ragione più comune per erigere un khachkar è la salvezza della propria anima, ma essi vennero eretti anche per commemorare vittorie militari, costruzioni di chiese, amori non corrisposti, o come forma di protezione dai disastri naturali.
Storia
I primi khachkar degni di nota apparvero nel IX secolo, all'epoca della rinascita armena dopo la liberazione dagli arabi. Il punto più alto dell'arte scultorea relativa ai khachkar venne raggiunto fra il XII e il XIV. Essa venne comunque ripresa nel XVI e XVII secolo, pur senza raggiungere le vette artistiche del XIV secolo. La tradizione è viva anche al giorno d'oggi, infatti si possono vedere artisti scultori di khachkar in alcune parti di Yerevan.
Oggi sopravvivono circa 40.000 khachkar, la maggior parte dei quali sparsi per il territorio, mentre quelli che registrano una donazione sono usualmente costruiti all'interno delle mura dei monasteri.
Alcuni buoni esempi di khachkar furono trasferiti nel Museo Storico di Yerevan e presso la cattedrale di Echmiadzin. Il luogo in Armenia che ospita il maggior numero di khachkar è il campo dei khachkar, un antico cimitero con circa 900 khachkar di vari periodi e vari stili a Noratus, sulle sponde occidentali del lago Sevan. La più grande collezione di khachkar del mondo si poteva tempo fa trovare presso le rovine dell'antica Julfa, in Nakhichevan, un'enclave dell'Azerbaijan in territorio armeno. Alla fine del 2005 emersero racconti e fotografie da parte di testimoni che mostravano soldati azeri deliberatamente intenti alla distruzione dei cippi funerari. Fotografie più recenti hanno rivelato che l'intero cimitero è stato raso al suolo e che al suo posto è stato costruito un campo d'addestramento militare.
Da Wikipedia

Tuesday, May 25, 2010

I khachkar - le pietre sacre







Albicocche e melograni

Vorrei presentarvi l'Armenia con l'articolo di Antonia Arslan, una scrittrice italiana di origine armena. Ho avuto la fortuna d'incontrare quella donna straordinaria qualche anno fa. La sua identità armena è cosi forte e profonda che vivendo in Itala parla ad alta volce delle tragedie d'Armenia.
Albicocche e melograni
Parlare d'Armenia, per la gente della diaspora, ha sempre voluto dire immergersi in immagini di sogno, nelle visioni del paese dell'Arca di Noè e della fertile pianura dell'Ararat, vegliata dalle due cime della grande montagna. La, secondo la leggenda, scorrono fiumi di latte e di miele, maturano l'uva dolcissima, le albicocche e i melograni, e il paesaggio aspro e rupestre è ammorbidito dal colore dorato dei tufi colorati e del grano, e reso sacro dalle croci di pietra (i khachkar), che dovunque testimoniano l'attaccamento alla fede cristiana di un popolo, che convertito nel 301 d. C. da Gregorio l'Illuminatore, ne ha fatto il più potente simbolo di identità nazionale.
Ma quelle immagini erano appunto solo sogni: perche' gli armeni in diaspora erano ormai diventati un popolo senza patria, attanagliato per sempre dalla nostalgia per il Paese Perduto sprofondato nella consapevolezza amara di chi sa che nei luoghi dei suoi antenati non potra ritornare mai più, che essi sono anzi per lui un pericoloso tabù, fonte di debolezza straziante e di malinconia.
Durante tutta la storia millenaria il popolo armeno è sopravvissuto a calamita di ogni genere, invasioni, spoliazioni, terremoti, alla caduta della splendida capitale Ani, la ''città dalle 1001 chiese'', ai conquistatori bizantini, persiani, turchiç ma dopo ogni tragico evento sempre le chiese venivano ricostruite, i mercanti ricominciavano a darsi da fare, gli operosi miniaturisti a copiare, nell'antica lingua, i testi della cultura dei padri, cesellando lo splendido alfabeto che il santo Mesrop Mashtots aveva inventato, secondo il cronista, dopo aver visto in sogno un angelo che disegnava in oro i caratteri su una parete.
Su questo popolo che ha saputo resistere, mitemente coraggioso, e fiero della sua identità, si abbatte nel 1915 la tragedia del genocidio, il ''Grande Male'' lo sterminio progettato ed eseguito dal governo dei Giovani Turchi, ben conosciuto dai contemporanei, ma che oggi continua ad essere negato dagli eredi dei responsabili e sepolto sotto una pesante coltre di omissioni e di ambigui silenzi.
Invece, parlarne serve non solo agli armeni, ma a tutti gli uomini di buona volontà. Oggi, che novant'anni sono passati da quella primavera di sangue, e che esiste di nuovo una nazione armena, i sopravvissuti e i loro discendenti hanno finalmente fatto conoscere al mondo le loro storie, con l'umile volonta di testimoniare la verità e di riscattare dall'oblio un'antica cultura e un'identità negata.
Dal sito ufficiale di Antonia Arslan

Monday, May 24, 2010

Esempio di utilizzo del termine Genocidio culturale

La distruzione di Khachkar a Nakhichevan da parte dell'Azerbaijan di migliaia di pietre tombali armene medievali presso il cimitero di Julfa, e la seguente negazione dell'Azerbaijan che il sito archeologico fosse mai esistito, è stato ampiamente scritto come un esempio di genocidio culturale.
Da Wikipedia

Sunday, May 23, 2010

Genocidio culturale

Genocidio culturale è un termine usato per descrivere la distruzione deliberata dell'eredità culturale di una popolazione o di una nazione per ragioni politiche, militari, religiose, ideoligiche, etniche o razziali.
La legge internazionale
Già nel 1933, Raphael Lemkin, propose una componente culturale del genocidio, che egli chiamò
''vandalismo''.
L'articolo 7 di una bozza del 1994 della dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti delle popolazioni indigene usa l'espressione ''genocidio culturale'' ma non definisce che cosa significhi. L'articolo completo è questo:
''Le persone indigene hanno il diritto collettivo e individuale a non essere soggetti a etnocidio e genocidio culturale, inclusa la prevenzione di riparazione per:
a) Ogni azione che ha lo scopo o l'effetto di privarli della loro integrità come persone distinte, o dei loro valori culturali o identità etniche;
b) Ogni azione che ha lo scopo o l'effetto di espropriarli delle loro terre, territori o risorse;
c) Ogni forma di trasferimento della popolazione che ha lo scopo o l'effetto di violare o minare i loro diritti;
d) Ogni forma di assimilazione o inegrazione con altre culture o stili di vita imposti loro con misure legislative, amministrative o altre;
e) Ogni forma di propaganda diretta contro di loro.''
È da notare che questa dichiarazione è apparsa solo in una bozza.
Accanto al suo valore legale, il termine ha acquisito un valore retorico come un'espressione che è usata per protestare contro la distruzione dell'eredità culturale. È anche usato male come tormentone per condannare qualsiasi distruzione la persona disapprovi.
Da Wikipedia