Delicta iuris gentium

Raphael Lemkin

Monday, June 7, 2010

Parlamento Europeo: Discussione sul patrimonio culturale in Azerbaigian

Giovedì 16 febbraio 2006 - Strasburgo
Charles Tannock

Signor Presidente, la presunta devastazione, nel dicembre 2005, del cimitero medievale armeno di Giulfa – noto anche storicamente come Jugha – con la distruzione di molti khatchkar, splendide steli funerarie incise, rappresenta una grave profanazione del patrimonio cristiano europeo.
Secondo quanto affermato dal governo azerbaigiano, il filmato che documenta tale scempio è propaganda armena fraudolenta. Io invece ho ricevuto una conferma indipendente da un architetto britannico, Steven Sim, esperto della regione, che assicura che il filmato è vero . Inoltre, se non vi è stata distruzione, perché gli azerbaigiani negano la possibilità di visitare i luoghi, sostenendo peraltro, cosa alquanto bizzarra, che l’atto potrebbe essere stato compiuto da saccheggiatori in cerca di materia prima per eseguire lavori di costruzione?
Steven Sim ha ribadito che per raggiungere il cimitero occorre attraversare il territorio controllato dall’esercito azerbaigiano, il che è praticamente impossibile senza sostegno ufficiale e palesemente viola il loro dovere di assicurare la protezione del sito.
L’ambasciata azerbaigiana mi ha anche informato che tale distruzione non è nulla a confronto della distruzione di alcune moschee azerbaigiane, e ho effettivamente ricevuto fotografie di moschee distrutte. E’ innegabile il fatto che nel 1991, nella zona di guerra, siano state distrutte moschee, e atti del genere vanno condannati senza riserve. Ritengo tuttavia che le fotografie inviatemi testimonino la distruzione avvenuta 15 anni fa, non 3 mesi fa. Inoltre, il sito di Giulfa nel Nakhichevan non ha mai fatto parte della zona di guerra. A ciò si aggiunge che mi è pervenuta una comunicazione secondo cui le autorità nel Nagorno-Karabakh avrebbero recentemente approvato un progetto per la ricostruzione delle moschee distrutte nel loro territorio.
Ora siamo in un momento critico dei negoziati tra i due presidenti, Kocharian e Aliev, a Rambouillet, in Francia, per la ricerca di una soluzione alla controversia nel Nagorno-Karabakh. Credo dunque che qualsiasi ulteriore atto ipotizzato di distruzione del patrimonio armeno non possa in alcun modo condurre a una pace duratura nella regione.

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